Sapresti riconoscere un rifugiato?
Nella giornata mondiale del rifugiato, avremmo potuto attirare la vostra attenzione con una delle tante foto felici che ritraggono i nostri volontari con bellissimi bimbi (provenienti dalle nazioni più disparate del mondo) mentre sono intenti a giocare, a sorridere ed abbracciarsi.
Scene dolci che ci muovono a compassione, la stessa compassione che ci fa indignare quando ritratto è un corpicino inanime che il mare restituisce alla riva ed alle nostre coscienze.
Soprattutto in questo periodo siamo chiamati ad approfondire tematiche che ci riguardano e che dovrebbero andare oltre ad uno slogan o una foto nera/arcobaleno condivisa sui socials.
L’ UNHCR, the UN Refugee Agency, ha pubblicato pochi giorni fa il rapporto annuale Global Trends per spiegare quante persone siano state obbligate a fuggire nel 2019 per questioni di oggettivo pericolo.
Ebbene il documento rivela che alla fine del 2019, 79,5 milioni di persone erano vittime di esodi forzati – il 40% dei quali minori – con un incremento di quasi 9 milioni di persone rispetto al dato del 2018. L’ UNHCR Italia – Agenzia ONU per i Rifugiati non aveva mai registrato un numero tanto elevato. Parliamo quindi dell’1% della intera popolazione mondiale. Scappare da Syria, Venezuela, Afghanistan, Sud Sudan, Birmania (per citare solo i primi 7 paesi che detengono questo triste primato) per cercare rifugio nei rispettivi paesi limitrofi che contano i più elevati dati di accoglienza come Turchia, Colombia, Pakistan, Uganda (tra i paesi europei solo la Germania è esempio positivo di accoglienza con circa 1 milione di rifugiati presenti sul suo territorio).
Tornando alla nostra foto, sapreste davvero riconoscere il rifugiato?
Per ciascuno dei tre individui immortalati in un momento di convivialità quotidiana, non riuscireste mai ad ipotizzare o immaginare il vissuto personale che li ha portati sulla nostra strada. Ve lo garantiamo.
Andiamo oltre agli stereotipi, andiamo oltre all’ignoranza, andiamo oltre alle becere istigazioni e promuoviamo la conoscenza, l’arricchimento individuale e collettivo, la sana curiosità e la voglia di libertà che solo il sapere può donarci.